Prima di iniziare, come sempre, la dovuta precisazione: poiché parleremo di eventi ad oltre 7 giorni, tutto quanto esposto dovrà essere considerato come una ipotesi di lavoro, uno sguardo allungato agli estremi orizzonti predittivi che dovrà fornirci qualche spunto di interpretazione sulle tendenze meteorologiche più lunghe.
COSA C’E’ DI NUOVO ALL’ORIZZONTE?
Innanzitutto partiamo dalla considerazione sempre valida che sul settore Euroasiatico persiste e persisterà un lago gelato dovuto all’esondazione fredda provocata anche dallo strat warming.
Tuttavia fino ad ora, l’Italia ha solo marginalmente risentito degli effetti di questa grossa colata fredda siberiana mentre ben diverso è stata la situazione per altri paesi: un caso di cronaca è stata la super nevicata di Madrid.
Il gelo è stato ed è comunque lì, presente, per il momento poco deciso a fare grossi movimenti. Questa situazione perdurerà ancora per alcuni giorni, stanti correnti tese atlantiche che manterranno arginato ad est tutto il polo gelido.
Un po’ tutti ci stiamo chiedendo se l’Atlantico persevererà con decisione a mantenere correnti per lo più zonali (da ovest verso est) in grado di mantenere stabile questo equilibrio.
Entrando più direttamente nelle ipotesi di lavoro di cui sopra, vale la pena sottolineare questa sera che già da un paio di giorni, i finecorsa deterministici (non tutti) stanno cominciando a proporre scenari potenzialmente forieri di novità.
Che cosa vogliamo dire.
Innanzitutto che probabilmente fino ad almeno la fine della prossima settimana, poche saranno le novità in termini di freddo e neve (stando così le cose) ma vogliamo anche cominciare a mettere sul piatto una possibile diversa evoluzione che potrebbe prendere piega molto indicativamente attorno all’8/10 di febbraio.
Si intravede infatti, sia dagli indici teleconnettivi sia dalle proiezioni modellistiche più spinte, la possibilità di un mutamento della circolazione generale in ambito mittel europeo.
Più precisamente, per quanto possiamo esserlo a così lunga distanza, le correnti oceaniche potrebbero trovare un rallentamento od una deviazione, insomma potrebbero venire disturbate e deviate dalla loro consueta traiettoria.
Questo porterebbe come rapida conseguenza l’avanzata del freddo da est che potrebbe arrivare sia come gelo dalla porta della bora sia come ingresso meno freddo ma più perturbato da nord, nord ovest.
Le conseguenze di una siffatta configurazione lascerebbero spazio a tutte le varianti meteorologiche tipiche dell’inverno: dalla neve alle forti gelate.
Resta quindi da capire come potrà evolversi questo gioco di sponda che ancora rimane appena abbozzato.
Febbraio non è certo nuovo ad episodi di freddo e neve anche consistenti, senza scomodare il famosissimo febbraio 1956 a cui Mia Martini dedicò persino una canzone.
Quindi rimaniamo in campana e non diamo tutto per scontato: l’inverno potrebbe avere molta benzina da bruciare…