COME ERAVAMO RIMASTI CON LE ULTIME INDICAZIONI
Ci eravamo lasciati con le prospettive a lunghissimo termine con alcune considerazioni inerenti la possibilità di una nuova ripresa invernale dopo uno stallo negli ultimi giorni di gennaio.
In particolare avevamo accennato al fatto che vi era una grossa incertezza meteorologica in merito alle modalità di prosecuzione della stagione invernale: da una parte il lago gelido siberiano dall’altra le sempre incalzanti correnti atlantiche decise a mantenerlo confinato ad est.
COSA POSSIAMO DIRE DI NUOVO ALLO STATO ATTUALE
Sono tre le considerazioni che facciamo in questo appuntamento: la prima riguarda il fatto che i modelli deterministici ancora non danno indicazioni utili a percepire quale potrebbe essere la tendenza più probabile a partire dai primi del mese, ma questo è anche normale vista la lunga distanza.
La seconda considerazione invece verte sulla situazione stratosferica: sappiamo che c’è stato in surriscaldamento (lo strat warming) che poi ha generato due lobi freddi (molto freddi) destinati al Canada e l’altro, più importante in area Russo Siberiana.
Di questo surriscaldamento in Italia non abbiamo risentito di effetti particolarmente evidenti in quanto le temperature non sono state mai troppo fredde (anche se è caduta veramente tantissima neve al centro ed al nord). Ora è in discussione che possa generarsene un altro con implicazioni tutte da valutare.
La terza considerazione è che attualmente abbiamo un grande serbatoio freddo (cosa non scontata) appena ad est e dall’altra parte, ad ovest, la porta oceanica aperta con correnti che ci interessano più direttamente, talora prelevando aria più fredda artica.
Detto ciò, che cosa possiamo anticipare sulla stagione futura?
Sicuramente che siamo sulla line di confine: nei prossimi giorni dovremmo cominciare ad intuire che strada voglia prendere l’inverno, se quella fredda o proseguire su quella più mite atlantica. La questione è particolarmente importante dato che si tratterebbe di due scenari profondamente diversi vista appunto la consistente riserva fredda orientale, tanto che, se anche il freddo facesse il giro largo e entrasse più da nord ovest che da est, si creerebbero comunque ingerenze invernali non trascurabili (parliamo di neve più che di freddo intenso).
La settimana entrante sarà fondamentale per avere qualche indicazione in più dalla matematica deterministica e da lì potremo cominciare a mettere i primi elementi di fondamento per una previsione a lungo termine più chiara.
Diversamente agli anni addietro, abbiamo sul tavolo una grande abbondanza di freddo che in qualche modo potrebbe complicare la situazione…siamo in attesa di capire qualcosa di più.