METEO INVERNO. In questo appuntamento desideriamo condividere alcune considerazioni sul lungo termine soprattutto riguardo alle sorti invernali sull’Italia perché la situazione potrebbe riservare risvolti inattesi.
Innanzitutto la situazione di partenza che vede ancora persistere un vortice freddo venutosi ad approfondire sull’area italiana a seguito di un flusso di estrazione artica. Gli effetti si sono già visti e ne vedremo ancora nel corso dei prossimi 3/4 giorni ma di questo ne parleremo in altra occasione.
Entriamo dunque nella tendenza a lungo termine, sostanzialmente la prossima settimana, per constatare una possibile ulteriore interferenza artica a partire dalla metà della stessa ma che potrebbe prendere una direttrice un po’ differente: sostanzialmente il freddo potrebbe impattare prima sulle Alpi e poi, invece di entrare da ovest, aggirerebbe l’ostacolo alpino da est. Questo determinerebbe un aggancio ancor più freddo da est quindi con potenziali scenari nuovamente di freddo deciso su gran parte d’Italia e neve in arrivo a quote molto basse (da definire meglio in prossimità dell’eventuale evento).
E più avanti? Tralasciando le soluzioni deterministiche dei modelli tradizionali, vogliamo tirare in ballo nuovamente il vortice polare. Sì perché pare che anch’esso potrebbe metterci del suo.
Premesso che da qui in avanti il discorso sarà ai limiti dei confini della meteorologia, possiamo dire che a seguito di un forte surriscaldamento stratosferico (e questo pare un evento piuttosto probabile), il vortice polare potrebbe riversare il grande freddo verso latitudini più basse, dopo un ipotetico split. Nella sostanza quindi? Beh diciamo che solitamente, con un vortice polare smembrato, gli effetti alle medie latitudini prima o poi si fanno sentire soprattutto in termini di importanti irruzioni fredde, di quelle che lasciano il segno.
Allora arriverà davvero un grande evento invernale anche sull’Italia? Impossibile ragionare in questi termini: prima dovremo attendere se in seguito al surriscaldamento stratosferico vi sarà effettivamente uno split del vortice tale da poter condizionare il tempo a livello continentale e da qui poi entrare più direttamente nella previsione a livello di aree più piccole (gruppi di stati).
Ed allora perché ne parliamo ora se vi sono così tanti elementi di incertezza da sciogliere? Perché riteniamo che la meteorologia debba contemplare anche queste dinamiche ed che una informazione in tal senso non sia mai di troppo.
Concludendo, qualora il discorso brevemente approcciato riguardo allo strat warming dovesse trovare una realizzazione, gli effetti di questo importante evento si farebbero sentire nel mese di febbraio con un inverno che proseguirebbe a testa alta ancora per molto tempo.
Ci auguriamo possiate apprezzare anche questi spunti di riflessione.
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